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"C'era una volta"' era il tradizionale inizio di una storiella che tutte le nonne raccontano al nipotino. Anche la nostra storiella comincia proprio così.
C'era una volta una Piazza che si chiamava allora (l50 anni fa) Piazza della Posta stante il fatto che il Postiglione, che veniva da Siena, con una bellissima carrozza e due cavalli, sostava per il suo lavoro, senza mancare di far valere il detto "non ti mettere in cammino se la bocca 'un sa di vino". Arriva la ferrovia e via il Postiglione. La Piazza a questo punto ebbe due nomi. Quello della famiglia benestante che vi aveva costruito un palazzo, e quello del popolino, che la chiamava Piazza dei Polli, punto di ritrovo nel giorno di mercato settimanale delle massaie che portavano quello che avevano allevato. Polli veri, vivi, con le penne, i suoi bargigli, la cresta, il fegatino e perfino il ''boccon del prete". Altri tempi, altri polli. Mi fanno pena vederli oggi, vittime anemiche, più o meno sezionate, in un frigo-vetrina. Arriviamo a giorni più recenti. Sempre la Piazza viene intitolata al "28 OTTOBRE" (ss. "Simone e Giuda", ma guarda un pò) che nessuno ricorda più o che non vuol ricordare, e successivamente si passò, subito dopo guerra a "Dario Frilli", che anche questa volta nessuno ricorda, ma nemmeno sa chi sia stato (e forse è bene). Ma il tempo e la storia paesana ricorda chi era Dario Prilli, ragazzetto di 18 anni, che probabilmente, come si usava allora, portava ancora i calzoni corti, lavorava nella, bottega del babbo, conosciutissimo stagnino, e si dilettava nella costruzione di oggetti pericolosi, e fra questi una bomba vera e propria, con destinazione ignota. Disgraziatamente gli scoppiò fra le mani, rimase gravemente ferito, tanto che poco dopo raggiunse il Creatore. Le cronache dell'epoca ci descrivono il fatto, tutte nella stessa maniera, con il commento, però, visto da sinistra o da altra angolazione.
"L'anno 1921 addì 16 di Febbraio a ora undici e minuti trenta, nella Casa Comunale, sono comparsi testimoni che dichiarano che a ore 18 a minuti trenta di ieri é morto Dario Prilli." Questo l'atto Ufficiale nudo e crudo. A noi però interessa il seguito del fatto. I funerali del giorno dopo, vengono così commentati sempre dalla stampa. Il Titolo "Lutto Socialista". Si parla di corteo imponentissimo al quale hanno partecipato le rappresentanze dì tutte le Associazioni politiche, con vessilli e ghirlande di fiori, attraversando la principale via del paese fra due fitte ali di popolo commosso. Al Cimitero, però, fu politicizzata la cosa con interventi di Tizio, Caio e Sempronio, per ricordare l'attivo, sebbene giovane compagno, scomparso.