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IL NOME E' IMPORTANTE

Fortunati si nasce. Purtroppo qualche volta non basta. Il protagonista di questa novella porta un casato illustre. Nasce in una famiglia "bene e "benestante. Un antenato CAFFARAFFA' (questo il suo cognome illustre) ha. partecipato alla Crociate, non so se alla prima o alla successiva. Era un Cavaliere del Santo Sepolcro, e che si chiamano Cavalieri anche se non hanno mai visto un cavallo. Si da il fatto che il nostro aveva i piedi piatti e quindi avrebbe rallentato la marcia delle fanterie. Ritornò ricevendo grandi onori alla stessa stregua di tutti quelli che tornavano con la propria testa, logicamente non decapitati e quelli che non avevano perso gli attributi non essendo stati evirati né parzialmente né totalmente. La stirpe dei Caffaraffà annoveravano, sempre fra gli antenati anche un Cardinale e lo si ricorda, intestando a suo nome, la piazza principale del paese. Lo stesso si cita negli annali Ecclesuarici, per avere suggerito (proposta poi ritirata) di concedere ai Sacerdoti di prendere moglie. Sinceramente era un pò interessato direttamente, per il semplice fatto di tenere in Curia due "Perpetue" di età non superiore ai 25 anni.
Ed il GARIBALDINO dove lo mattiamo? In casa Caffaraffà c'é riposta, in una bacheca, una camicia rossa e varie medaglie. Si dice che a Marsala non sbarcò il nostro eroe, perché era già da diverso tempo sul posto ed avendo raccolto varie soffiate clandestine, ma. non troppo , che parlavano chiaro sugli eventi futuri, si adeguò come una "quinta colonna". Seguì il Generale Garibaldi con il solo pensiero di avere un compito specifico. Preparare un liquore tonico a base di un vino locale con l'aggiunta dì uova, insomma la "MARSALA ALL'UOVO" che fornita alla truppa determinò, in massima parte, 1a vittoria finale.
Un Caffaraffà è attualmente il Farmacista ed il Sindaco del paese e Ciaffaraffà é il Medico Condotto. L'unica autorità che non porta quel nome, é il Maresciallo dei Carabinieri, essendo un "POLENDONE" che viene dal Nord.
Ma veniamo al protagonista, in questo momento solo neonato e niente più. Festeggiato, coccolato, portato in giro come la Madonna Pellegrina, per farlo vedere alle malelingue che per ragioni diverse pullulano dovunque.
Tranquillo nella sua culla se ne dorma,calmo e placido come il Piave al passaggio delle prime truppe il 24 Maggio. Ma un cataclisma, che dico un terremoto,una maledizione forse stava per abbattersi su un soggetto che niente aveva a che fare e niente aveva fatto, in quei pochi giorni di vita se non pipì e popò.
Ma che succedeva di tanto strano. Doveva essere battezzato e per farlo occorreva fornire il nome prescelto. Un nome per tutta la vita. Le discussioni in famiglia erano state vere e proprie battaglie verbali, ma oltre a dire agitate, corrisponderebbe al placido scorrere di un torrentello di montagna. Qui ci fu il maremoto accompagnato da qualche tromba marina e terrestre.
Quale era la causa che inviperiva i familiari? Il Babbo aveva scelto e nessuno doveva ostacolare il suo desiderio, per lui si doveva chiamare GIOSAFATTE. E così si chiamò.
Ora, dico io, riflettete un pò, se é mai possibile chiamare il pro prio figlio GIOSAFATTE CAFARAFFA'? Poteva aggiungere altri nomi, sostitutivi eventuali, per esempio Oscar Luigi, o Carlo Azelio o Pier Ferdinando, Pier Luigi, Orso Maria, Giordano Bruno a seconda se indirizzarlo alla Presidenza della Repubblica( ci sono voluti due nomi per il Presidente) o al teatro, al giornalismo. No. Giosafatte doveva essere e così fu. Occorre vedere gli sviluppi.
A scuola tutto bene. Non lo interrogano mai, perché sia stato chiamato per nome o per cognome, si diffondeva in aula, un vago brusio, che finiva in rumori labiali non certamente simpatici. Il tutto fino all'Università, dove si laureò con 110, Lode a Pubblicazione, presentando una tesi veramente ardua in una Facoltà fra le più ostiche, ma. che in questo momento non ricordo.
Cosa farà ora il nostro uomo? Si dette da fare. Concorsi Statali e non. Affrontò la carriera Militare. Fu classificato PRIMO all'Accademia Militare, ma venne dichiarato "non idoneo al comando". Certo ma, darlo in mezzo alla truppa, come Ciaffaraffà, quante rime sarebbero venute fuori. Non parliamo poi di quando avessero saputo che si chiama Giosaffe. Quindi niente carriera Militare.
Nel frattempo si innamorò di Letizia. Un vero gioiello di donna. Con lei cambiò la sua vita. Era bellissima, gentile, premurosa, insomma. l'amante, la mglie, la mamma. Letizia era tutto per lui.
Bisognava trovare un lavoro. Ma ci stavano sempre le solite difficoltà. Allora si iscrisse ad un partito. Siccome accettano tutti, non potevano dirgli di no, specie ad un laureato che si presume sia un intellettuale. Può sempre servire. Però i comizi non li poteva fare, stante la preoccupazione di chissà quali pernacchie potrebbero venir fuori, all'atto della presentazione al "pubblioco ed all'inclita". Lo spiker era in imbarazzo. Gli dettero uno stipendio, un tavolino ed una seggiola al pianterreno, in ma stanzucola della Sede periferica. Che doveva fare ? Niente. Come altrettanti funzionari che non facevano niente, come lui e prendevano lo stipendio, come lui. Il tran-tran andava avanti da un pò di tempo fino a quando, un giorno tornò a casa e trovò la Letizia a letto con il garzone del lattaio. Il classico corno.
Non posso sapere, ma solo immaginare, come avranno girato le rotelline del suo cervello e non solo quelle. Su due piedi decise di suicidarsi e lo fece in brevissimo tempo Era un uomo di carattere.
All'aldilà. Una porta enorme davanti ad una scalinata, luci sfolgoranti, musica dolcissima in sottofondo, lo accolsero, meravigliato di essere in un posto che non meritava, per quello che aveva fatto. Si presentò metà scala, ad un signore che disse di chiamarsi Pietro e che aveva in una mano un mazzo di chiavi e nell'altra un plico di documenti. Controllò la scheda di ricezione, il "curriculum vitae" (ne aveva mandati a centinaia, a porci e cani, ma non si ricordava di averlo mandato anche a Pietro). A questo punto siamo al diapason. Pietro lo prende sottobraccio e io .scompagna su per la scalinata e lo invita, con un gesto della mano, a proseguire con calma. Poi affabilmente lo richiama. "Senti devi dire a tutti che ti chiami Pasquale. Qui non vogliamo rumori inverecondi".
Siamo venuti a conoscenza, grazie ai poderosi mezzi di informazione soprannaturale di cui disponiamo, di una riunione top-secret avvenuta qualche giorno fa, nella Cappella del Cimitero Militare Americano di Firenze. Data l'importanza dell'argomento in discussione, erano tutti presenti i componenti del campo stesso, puntuali alla mezzanotte (ora canonica) per tali riunioni. (Non poteva essere diversamente). Si passa all'analisi della situazione generale in considerazione delle prese di posizione su fatti avvenuti nel passato e che si stanno ripresentando nel presente. Dopo accurata analisi é stato approvato all'unanimità anche se, con retroattività e considerazione, la sintesi di un pensiero collettivo, espresso in poche parole.
Ma chi ce lo ha fatto fare ? Siamo a conoscenza che anche in altri simili luoghi, siano avvenute manifestazioni di tal genere. Ad uso e consumo per i mortali.

Mac Brown
04/03/00