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LA COLLIGIANA

Fra Poggibonsi e Colle non vi sono mai stati buoni rapporti. Le divergenze sono ataviche. Loro erano Guelfi e noi ghibellini. Questo intorno al 1500. Pensate che,appunto,intorno al 1500,il famosissimo artista,architetta,scultore,nativo di Colle,per andare a Firenze dove produceva le sue magnifiche opere, passando da Castellina. Pazano,Greve per non passare da Poggibonsi. Dicono che si tratta di una leggenda, ma certo non siamo molto lontano dal vero. Tutto questo si é protratto fino ai giorni no stri, non più fra Guelfi e Ghibellini,ma acerrimo confronto ,non sui campi di battaglia,ma su quelli del gioco del calcio. Quindi veniamo a noi ed occupiamoci di come potevano essere inasprite le relazioni tecnico calcistiche .Ci sono stati scontri, non con morti o feriti,ma con qualche biccio sicuramente. Ed allora si passa agli "sfotto” ed agli scherzi reciproci. Nel calcio,come sapete, si puoi vincere e si può perdere, si può essere promossi ad una categoria superiore o retrocedere ad una inferiore. Non ricordo l'anno, ma so di sicuro che approfittammo di una retrocessione della Colligiana per allestire quanto vi dirò. Feci stampare alla Tipografia Burresi, manifesti a lutto,annuncianti la morte della Colligiana. Con un furgoncino,in quattro persone,Lo Spini, Cesare Ghirihelli,il sottoscritto ed un’altra persona che non ricordo, nottetempo andammo a Colle. Cesare era al posto del passeggero e attento osservatore di eventuali incontri non graditi. Ad un certo momento propizio, scendeva, apriva il furgone e noi gli ponevamo il manifesto già incollato,che lui provvedeva ad affliggere al muro. E via subito più in là a ripetere l’operazione. Ci azzardammo a mettere il manifesto anche sopra alla bacheca contenente le foto dei calciatori Colligiani e pensate proprio davanti al Bar Garibaldi,sotto le logge, sede dei più fanatici tifosi. Completata la bisogna siamo rientrati in sede. erto abbiamo rischiato,ma ne valeva la pena.
A questo punto la cosa é chiusa. Nemmeno per idea. Dovete sapere che a Poggibonsi,in Via Maestra, esisteva allora,un negozio di pannine(biancheria da letto e da bagno) gestito da una simpaticissima Signora Assuntina Cappelli,che guarda caso era nativa di Colle e tutti la chiamavano la Colligiana. Non sappiamo come, la notizia sia giunta in paese,ma sappiamo che in questi casi proprio "radio fante" arriva celermente ed in profondità. Alla signora Assuntina arrivarono telegrammi di cordoglio, visite di conoscenti e parenti,insomma un gazzabuglio.

Occorre inoltre ricordare che la Signora Assuntina era la mamma del nostro portiere titolare, Licurgo Cappelli ma che tutti chiamavano simpaticamente “la Titta” Inevitabile quindi anche il cordoglio degli sportivi e dei calciatori. Erano tempi nei quali, esisteva ancora lo spirito di collaborazione e sostegno verso le altre famiglie, il che ha determinato questo concorso di concittadini, cher poi si resero conto che la Signora Assuntina era viva e vegeta. Per quanto riguarda noi quattro, cercammo di non mettersi in mostra, visto il buon risultato dell'operazione "manifesto”, ma non prevedendo quel che poi é successo.
Un’altra burla preparai assieme a Mariolino Moni, con obbiettivo Montevarchi. Gli sportivi ed i dirigenti di quella cittadina, sinceramente, sono sempre stati più concreti ed hanno riportato successi, molto al di sopra dei nostri. Quindi nessuna acredine nei suoi conferenti, ma solo e soltanto, una piccola beffa, in quanto non avevamo niente di meglio da fare. Sapete bene che il calcio é buffo e talvolta nasconde delle sorprese. Una di queste fu una vittoria del Poggibonsi, proprio nel campo avverso. C'era stata molta tensione durante il campionato, con una lotta testa a testa fra noi e loro, essendo in gara il primato, per ottenere la sospirata promozione. Avevamo partecipato a quella giornata, facendo affluire allo Stadio"Brilli Peri" un numero consistente di tifosi con ben 18 Pulman e numerose macchine private. Il tutto ci esaltò e decidemmo di festeggiare l'avvenimento. Ci procurammo un certo quantitativo di penne bianche di pollo, che colorammo in rosso e giallo, i lustri colori sociali. Perché le penne ? Il Club di Montevarchi si chiamava "Aquila Montevarchi” ed allora volevamo alludere alle penne perse dall'Aquila nella partita.
Con due macchine di grossa cilindrata (ci occorreva velocità al ritorno in caso di intercettazione) ci recammo alla porta dello stadio con un gruppo (eravamo tre per macchina) spruzzammo colla liquida sulla porta e poi vi gettammo sopra un bel pò di penne. L’altra macchina attraversò il centro cittadino, fortunatamente piuttosto deserto, gettando dai finestrini tutte le penne di un sacchetto. Dopo l’operazione ritrovammo puntualmente davanti al passaggio a livello che porta alla via del Chianti e rientrammo, facendo naturalmente sosta obbligata al Bar Orazio, per bere un caffé e raccontare tutti i particolari dell’ operazione agli sportivi che aspettavano il ritorno.
A distanza di tempo e con una età piuttosto avanzata, sono lieto di aver partecipato a a questi " blitz" indolori, contrariamente a quanto avviene oggi, con manifestazioni che non hanno niente di sportivo, ma solo di teppismo ed in alcuni casi , addirittura di terrorismo.