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29 DICEMBRE 1943. Aerei Americani tipo MARAUDER, bimotori, bombardarono Poggibonsi verso le 13, colpendo la zona della Ferrovia, la Fabbrichina, il Teatro e tutta la zona dei fossi. Furono 42 le vittime e moltissimi i feriti. Gli apparecchi del 17° Gruppo Bombardieri erano 18 e sganciarono 26 tonnellate di bombe.

30 DICEMBRE 1943. Gli Uffici Comunali che erano stati spostati dopo il 29 a Villa Jacopi, sono di nuovo spostati a Gaggiano ed a Villa Ormanni ed il 28 Giugno 1944 in un recinto per cavalli, in Cipresseta a S. Agnese.

29 MARZO 1944. Alcuni partigiani catturavano dei Militi della Milizia Forestale ed un Ufficiale Tedesco addetto alle requisizioni il cui nome era Rugen. Fu catturato nella zona di Strove. Uno dei due Militi venne inviato a Siena per proporre uno scambio di prigionieri, cosa da fare al Bivio di Badia a Isola. A seguito di ciò si organizzò da parte dei Fascisti della Repubblica Sociale di Mussolini, un rastrellamento della zona. Il 28 Marzo ebbe inizio l’azione. Giunti a Casa Giubbileo la circondarono e aprirono il fuoco con armi automatiche. Catturati tutti i presenti e portati in località Porvareccia, furono passati per le armi. Mistero. Però non tutti. La storia forse riuscirà a sapere come andarono veramente le cose.
Occorre ricordare che ben quattro furono i Poggibonsesi fucilati e precisamente: Angiolo Bartalini, Aledauno Giannini, Elio Lapini e Folco Martinucci.

8 LUGLIO 1944. Truppe Francesi arrivarono nelle vicinanze di Poggibonsi. In questo territorio, da parte tedesca, erano in linea la IV° Divisione Paracadutisti al Comando Generale Trettner che faceva parte del 1° Corpo del Generale Schlemm. Il tutto sotto il Comando Generale Lemelsn. Da parte francese provenienti da Colle e San Gimignano c’era la IV° Divisione Marocchina da Montagna agli ordini del Generale Savez. Da Staggia agiva la 2°Divisione Fanteria Marocchina del Generale Dody.

9 LUGLIO 1944. Venne bombardato il convento di S.Lucchese e incendiato il tetto. In questa giornata, alla sera, a causa di un fortissimo cannoneggiamento alleato venne distrutta la Basilica di S. Lucchese. Dopo tiri di aggiustamento, la Basilica venne colpita al centro e presero fuoco le capriate in legno del soffitto. Tutto crollò distruggendo insigni opere d’arte. Sembra che da testimonianze che la causa del cannoneggiamento sia dovuta alla presenza di un carro armato Tedesco che girava intorno alla Chiesa e sparava verso il nemico.

12 LUGLIO 1944. Ebbe inizio la battaglia per la presa di Poggibonsi. Verso Poggio al Leccio la lotta era aspra. Il 13 o Marocchini del Battaglione GRIMAL occupavano Ornato mentre la 10° Compagnia prendeva Montemorli. Il Battaglione DIEBOLD attaccava S. Lucchese e Volponi. Finalmente il 14 Luglio, truppe del Raggruppamento CORNET, provenienti da S. Lucchese e Badia, verso le ore 9 entrarono in Poggibonsi dalla parte di Borgo Marturi. Il paese era deserto. Si dice che i PARA’ tedeschi abbia abbiano attirato in una trappola i Francesi. Appostati nella Villa Viciani all’inizio del Viale Garibaldi, avrebbero atteso che le truppe alleate scendessero dalla salita del Vanni per aprire il fuoco con le mitragliatrici. In effetti il paese era libero, come conferma lo stesso bollettino tedesco del 15.

18 GENNAIO1944.
Uno dei più violenti bombardamenti del 1944 subiti da Poggibonsi. In quella occasione furono colpiti le zone degli Orti, del Vallone ed intorno a Badia. Più gravi danni infermi alla Chiesa di S. Lorenzo. Lo storico Claudio Biscarini, attento ricercatore delle cause e degli stravolgimenti dei fatti, ci fa sapere nel suo libro “Immagini e documenti” i preparativi di questo bombardamento. Ha avuto accesso ai documenti riservati dell’epoca, a seguito dell’apertura agli storici dopo 50 anni degli avvenimenti. Ci dice Biscardini: Alle 10.55 circa, decollarono dall’Aeroporto di Tortorella, in Puglia, quattro squadriglie di apparecchi “B 17 FORTEZZA VOLANTE” quadrimotori, facenti parte del 90° Gruppo da Bombardamento Pesante. Ogni squadriglia era composta da 9 aerei, quindi un complesso di 36 Apparecchi. Alla partenza uno di questi ritornò indietro per cause non precisate, mentre la rimanente formazione raggiunse l’obbiettivo alle 13.36. La formazione rientrò alla base alle 16.15. La suddetta formazione era accompagnata da una scorta di aerei P.47 e P.38 da caccia. Furono sganciate su Poggibonsi 420 Bombe da 500 libbre per un totale di 95.54 tonnellate di esplosivo. I morti in questa tremenda occasione furono 7. Vi chiederete del numero ridotto dei caduti, in relazione alle precedenti incursioni. Lo sfollamento generale permise di risparmiare tante vite umane, anche se i danni materiali non si potevano evitare.

27 GIUGNO 1944. Il Presidio Fascista accasermato nella Fattoria di Pietrafitta, e dintorni, fu attaccato nottetempo da persone che riteniamo siano stati partigiani, non meglio identificati. Pilade Corsi, Ottavio Mazzantini, Vincenzo Mirabile Miraglia, Segretario del Fascio di Poggibonsi e carlo Battelli furono prelevati e trascinati nei pressi di una carbonaia, in località RIO, nella Parrocchia di Montagnana ed ivi furono uccisi. Non furono solo ex fascisti eliminati in quel periodo. Il Poggibonsese Mario Campigli ucciso a Firenze mentre era in servizio presso la G.N.R. Angiolo Carrai ucciso in una strada di periferi. Ottorino Giusti, Fattore della Fattoria della Penertta di proprietà della Marchesa Guendalina Strozzi. Giovanni Landozzi, detto Melas, volontario in Africa nelle Camice Nere. Antonio Ravanelli, Fattore di Lilliano, del Comune di Castellina in Chianti. I responsabili furono individuati, catturati e condannati dopo guerra in un regolare processo. Renzo Razzi e Gino Vannini furono catturati mentre si recavano a Siena per organizzare aiuti per la popolazione di S. Gimignano. Marco Salvestrini ha fatto la fine terribile. Ucciso mentre doveva andare con un’ambulanza a Siena, fu ucciso e scaricato in occasione di una gettata di cemento in uno dei pilastri del Ponte Nuovo per Siena. Ottino Soderi proprietario terriero fu ucciso sulla strada dei Poggi di Villore mentre rientrava a casa dopo aver visitato i terreni di una sua proprietà. Di Ferdinando Lazzeri non abbiamo notizie. Tutto questo per la storia.

2 DICEMBRE 1956. Viene inaugurata la Biblioteca Comunale con oltre 500 volumi.

16 LUGLIO 1944. Domenica 16 Luglio fu il giorno della riconquista Tedesca seppure per poche ore. L’attacco si sviluppò nel quartiere dove sono poste le attuali Via Monte Sabotino, Redipuglia, Montegrappa, Piazza 18 Luglio. In una parola alla “Girata dei Preti”, allora aperta campagna o quasi. Devono essere arrivati anche in Paese, causando diverse perdite ai Francesi. In una storia del 2° Reggimento Tiratori Marocchini si legge: verso le 8.30 ci fu un contrattacco Tedesco fra la ferrovia e la Staggia arrivando ad infiltrarsi nelle strade, prendendo alle spalle i difensori. I tiri di arresto della nostra artiglieria, viene accorciato, segno che la penetrazione avversaria è consistente. Alle 10.30 la situazione è ristabilita. Il nemico è respinto al di là dello Staggia. Il nemico porta via numerosi morti e feriti e lascia nelle nostre mani tre cadaveri dell’11° Paracadutisti. Poggibonsi resta definitivamente nelle nostre mani”.

16 LUGLIO 1944. Dalla parte Tedesca si legge: “Poggibonsi è stato ripreso fin sopra la Piazza del Mercato (Piazza Cavour) nelle prime ore del mattino. Il nemico ha avuto sanguinose perdite (si parla di 200 morti contati. Di fronte ad un contrattacco nemico della forza di un Battaglione, da Ovest (dalla Piazza nuova) le nostre truppe di retroguardia si sono dovuti ritirare sugli avamposti(Rapporto di mezzo giorno del 16/7 XIV Armata Tedesca). Parlano poi di sgombero delle postazioni verso le 15.30. Confermerebbero il bollettino alleato.

17 LUGLIO 1944. POGGIBONSI RICONQUISTA DALLE TRUPPE GERMANICHE. Un netto successo è stato conseguito dai Germanici nel centro dello schieramento, dove la città di Poggibonsi è stata riconquistata nella notte sulla Domenica (16/7) dalle Forze Tedesche. Il contrattacco Germanico che ha consentito la rioccupazione della città ha sorpreso gli alleati, che lasciavano numerosi prigionieri in mano germanica. Le truppe Alleate si sono ritirate su posizioni in alture a SUD della città.
FRONTE ITALIANO 17 LUGLIO. La città di Poggibonsi, che il giorno prima era stata temporaneamente ripresa a seguito di un audace attacco dei Paracadutisti Germanici, che avevano catturato numerosi prigionieri ed una quantità notevole di armi, è stata nuovamente abbandonata per accorciare il fronte e formare riserve mobili.

18 LUGLIO 1944. Bollettino di guerra Tedesco 18/7. “In seguito allo sgombero di Arezzo, anche la località di Poggibonsi, riconquistata ieri per la seconda volta dai germanici, è stata evacuata. Il nemico ha perduto in questo settore 21 carri armati”. Fu una delle ultime battaglie del Corpo di Spedizione Francese in Italia. Quando venne liberata Poggibonsi era distrutta all’80 per cento.

25 APRILE 1939. Ecco l’elenco delle più antiche botteghe artigiane del nostro Comune, che il 21 Aprile, festa del lavoro, furono insignite dell’ambito premio con Medaglia d’oro: Antichi Olinto, sarto; Moggi Pasquale staderaio; Vezi Mario, falegname; Pieragnoli Galeno, maniscalco; Landini Piero, calzolaio; Medaglia d’Argento Parrini Giovanni, fabbro; Sodi Ottaviano, carradore; Totti Giuliano, stagnino.

27 FEBBRAIO 1897. Occorre ricordare che a cavallo fra i due secoli si svilupparono molti avvenimenti, passati poi con la memoria ai posteri.
Ne vogliamo ricordare qualcuno, magari frivolo, ma specchio del tempo.
Le feste da ballo erano affollatissime e frequenti. Si ballava al Circolo Vittorio Emanuele II (poi divenuto Casa del Fascio e successivamente Commissariato dei P.S.), alle stanze dei Teatrino della Società Operaia. (In Via Maestra di fronte alla Banca Toscana e che sarà sede della PROCULTURA).Il titolo indica lo scopo che si prefiggeva. Fu però prematuramente soppresso dall’avvento del regime fascista. Soprattutto erano famosi i veglioni di Carnevale al Teatro Ravvivati Costanti. Dalla cronaca di rileva: “Giovedì smagliante festino alle Stanze. Si è ballato, si è mangiato, si è goduto fino a giorno fatto, con grande ammirazione e grande costanza.” Posso citare un mio ricordo personale. I veglioni più fastosi si celebravano al Teatro. La sala veniva completamente liberata di poltroncine e servi da pista da ballo. L’orchestra era sul palcoscenico. Tutti i palchi, normalmente assegnati ai soci, fornivano una gara di culinaria senza risparmio. Ci si invitava da una parte all’altra con profusione di Champagne. Venivano premiate le maschere più interessanti senza dimenticare le maschere collettive e gruppi di giovani, tutti vestiti a soggetto. La baldoria continuava veramente fino a giorno fatto, dopo di che, coloro che avevano resistito fino in fondo, ragazze e giovanotti andavano a piedi a S.Lucchese, per assistere alla prima Messa e ricevere il segno delle Ceneri a parziale perdono per qualche marachella o per il desideri oppressi, non essendo facile stringere rapporti ravvicinati. Altri tempi.

Nel maggio 1959 usciva il secondo numero dei “Quaderni Poggibonsesi”nel quale si trattava argomenti di varia natura, sempre riguardanti Poggibonsi e Poggibonsesi. Un po’ come facevo nelle mie trasmissioni televisive. Mi piace però osservare a distanza di anni, cosa si analizzava e commentava. Si legge:
“Recentemente sulla stampa quotidiana è apparsa la notizia di un progetto di autostrada Firenze-Siena-Grosseto, attraverso il Chianti e la valle del Merse. Il progetto in linea di principio, ci trova decisamente contrari, poiché concordiamo pienamente con quanto scrive un tale Luigi Stabilini, esperto in materia, che sostiene essere la soluzione del problema stradale italiano non nelle costruzione di autostrade, ma nella sistemazione delle strade esistenti. Riteniamo infatti, che prima di vagheggiare antieconomiche autostrade, sia molto più realistico un ammodernamento della viabilità attuale”.
Con i tempi cambiano le mentalità . Se oggi non ci fosse la Superstrada vorrei sapere quanto tempo occorrerebbe per andare da Firenze a Siena, anche se avessero addirittura raddoppiato la Via Cassia nel vecchio tracciato, con gli autotreni di oggi.
Non sappiamo però chi era l’estensore dell’articolo. Se fosse possibile lo incontreremo volentieri.

13 LUGLIO 1924. Esce il primo numero del “SELVAGGIO” diretto da Mino Maccari e finanziato da Angelo Bencini (Giannaccia). Si stampava a Colle. Fu un giornale di fronda verso il Fascismo e vi collaborarono durante gli anni della pubblicazione, che avvenne fino al 1943, stampato a Firenze e a Torino, Curzio Malaparte, Aldo Palazzeschi, Renato Gattuso, Mario Tobino e Corrado Alvaro. Non fu foglio facile e Maccari venne una prima volta espulso dal Partito Fascista. Non era contro il Fascismo, ma per un partito dei puri.