Menù
Capitoli:
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
- 6
- 7
- 8
- 9
- 10
- 11
- 12
- 13
- 14
- 15
- 16
- 17
- 18
- 19
- 20
- 21
- 22
- 23
- 24
- 25
- 26
- 27
- 28
- 29
- 30
- 31
- 32
- 34
- 35
- 36
- 37
- 38
- 39
- 40
- 41
- 42
- 43
- 44
- 45
- 46
- 47
- 48
- 49
- 50
- 51
Nel 1941 in periodo fascista e precisamente il 26 Ottobre fu indetta una manifestazione per la venuta in visita Ufficiale del Segretario Federale di Siena. Cortei, comizi, manifestazioni di varia natura, come avveniva allora ed in fine il rendiconto del Fascio Poggibonsese. A quella data risultavano iscritti al partito N°1063 cittadini di cui 204 richiamati alle armi…
Tra questi vengono citati i volontari. I nomi possiamo farli: Giovacchino Benini, Renato Casini, Ermelao Elmi, Martino Maltinti, Dario Mugnaini, Alfredo Ulivieri e Giovanni Tannini.
N° 75 iscritti al Nucleo Universitario dei quali 22 alle armi. N° 184 donne fasciste, N° 204 Massaie rurali, N°1300 operaie e lavoranti a domicilio, N°2179 organizzati dalla Gioventù Italiana del Littorio dei quali 66 alle armi, e tra questi 4 Volontari della Classe 1922 che hanno già raggiunto il fronte Cirenaico e precisamente Giuliano Arconti, Giovanni Marini, Mario Pomi ed Egidio Vezzosi. In totale N° 5005 iscritti.
La relazione aggiunge: il controllo politico avviene con assiduità: i vociferatori, i supercritici, i cosiddetti piagnoni, se viene sono avvertiti. Coloro che eventualmente circolassero per la campagna e con incosciente leggerezza diffondessero notizie immaginarie con quella cautela che donota il loro animo falso, sono avvisati.

In periodo fascista, i giovani, dovevano osservare il Sabato Fascista, così veniva chiamato, destinato ad un addestramento “para militare”.
Di solito si faceva un po’ di corsa o ginnastica. Il luogo di ritrovo abituale era il Tondo, ma talvolta, simulando marce forzate, si andava in campagna, meta preferita lo spazio davanti al Castello di Badia. Un giorno si doveva imitare “un assalto di baionetta”. Ci avevano fornito dei bastoni simili all’ “Alpen Stoc”ricopiando così pedissequamente l’organizzazione dei “BOY SCOUT”, organizzazione clericale che era stata sciolta. Si diceva di loro: “Sono bambini vestiti da cretini ed il Comandante è un cretino vestito bambino”. A pensarci bene non eravamo tanto dissimili. Noi i calzoni corti in grigio verde, camicia nera e fez con relativa lunga papalina. Non parliamo del Comandante in divisa regolamentare, stivali e talvolta frustino in mano che gli dava un certo tono, ma che non usava mai. Il Comandante del nostro plotone era Egisto Scarmigli, credo impiegato Comunale, che in quella occasione, ci spiegò come nella realtà avvenivano quei fatti di guerra.
All’ordine impartito dovevamo scattare il più velocemente possibile e raggiungere una data posizione. Il bastone doveva sostituire il fucile, naturalmente. Prima di tutto il buon Egidio si raccomandò di stare attenti a non farsi male con il bastone (e si doveva imitare un attacco alla baionetta). Ci suggerì inoltre che durante l’azione qualcuno facesse finta di essere morto. Ci sdraiammo in un piccolo fossato in attesa dell’ordine. Con voce forte ed autoritaria il Comandante Scardigli ordinò “AVANTI SAVOIA” e, il grido in uso per l’attacco, e si lanciò di corsa (come poteva perché non era più un giovincello) facendo cenni con il braccio levato. Scattammo tutti assieme e tutti assieme superato il piccolo fossato,cademmo tutti a terra fingendo di essere colpiti dal nemico. Come sarà rimasto Egidio, immaginatevelo voi.

Il giornalino "Il Tondo"organo degli sportivi Giallo Rossi, il 1° Ottobre del 1967 riproduce una fotografia del 1928 con una formazione di una squadra. E' interessante soprattutto per i nomi dei componenti, o meglio di come venivano chiamati. Eccoli: Nando Lotti - dirigente, Gigi dello zimocnico, Gano del Bilenchi, i'Mori orefici - dirigente, Carlino del Fedeli, Artino pagatore, il Belloni, Braccioni, Medardo di Cece. Accosciati: Bego, il Minghi, Rosilde (il portiere), Fuffi, Pancera e Bruscolino.

Allora, quando una donna partoriva, era prescritto, per chi frequentava la chiesa, di "rientrare in Santo", il che significava che la donna peccatrice, avendo derogato dalle prescrizioni raccomandate e doveva sopportare una preghiera speciale e particolare detta al Sacerdote, che gli permetteva così di poter di nuovo accedere ai sacramenti. Andata a farglielo fare oggi. Visti i risultati degli anni del dopoguerra la pratica è stata abolita. Ma io dico: perché solo la donna? Il maschio secondo la chiesa non aveva commesso peccato. Strano, vero.