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- II Principe Barbaccia
- Poesie
Negli anni '20-'40 si cantava a Poggibonsi un motive musicalmente tratto da 1'Operetta "La Fiera dell'Impruneta". Le parole erano state suggerite da Lago Laghi, farmacista, molto probabilmente cambiando quelle originali dell'operetta. Ve le riporto come mi ricordo:

A Montelonti, sotto le stelle le
bimbe belle si fanno baciare,
e l'Elsa mormora le sue canzoni
di giovinezza spensierata e gaia.
Ma I'alba spunta, I'amor la feme
e Vabbandona nel suo bel rimpianto.
Ridete, piccole, e obliate
quei giorni lieti che non tornan più.

Lucchese Fornai (26.8.1788-4.2.1865) da tutti conosciuto con il soprannome di CHESINO era stato arruolato nell'esercito Napoleonico. La politica napoleonica non era certo favorevole alla Chiesa e quindi tutti coloro che erano stati arruolati, volenti o nolenti, venivano considerati quanto meno, anticlericali. II buon Chesino penso bene, in occasione dell'anno Santo del 1825 di chiedere per se e per tutti i suoi parenti "l'indulgenza plenaria". Cos! Chesino saldo il conto con Napoleone e con Papa Leone XII. Proprio di recente ho auto occasione di trovare la "Bolla Pontificia" in latino come di prammatica e qui ve la riporto tradotta:

BEATISSIMO PADRE
«Lucchese Fornai, presente a Roma e sulpunto di partire, con grande umiltà supplica Vostra Santitd che si degni benignamente di concedere a lui e a tutti i suoi consanguinei ed affini in primo grado a dodici persone sotto nominate, I 'indulgenza plenaria in "articulo mortis " purché concepiscano vero pentimento e si confessino e siano ristorati dalla Santa Comunione, o comunque, finche non potranno compiere tutto ciò, siano contriti ed invochino il nome di Gesù con la voce o almeno con il cuore devoto». II Santissimo Padre acconsenti il giorno 28 aprile dell'anno Giubileo 1825. Le persone nominate sono: Giovanni, Giuseppe, Gaetano, Pietro, Verdiana, Felice e Giuseppe Fornai. Milla Mostacci e Domenico Gargani. Successivamente, quando Napoleone III torno al trono, voile insignire della "Medaglia di S. Elena" tutti coloro che avevano militato nell'esercito Francese dal 1792 al 1815, e fra questi anche Lucchese Fornai, come da attestato in possesso del Sig. Faro Fornai. 1870. L'unità d'Italia e quasi fatta. Manca solo, per completare il mosaico, la presa di Roma, per fame la capitale naturale. Chi e favorevole ad un concreto atto di forza e chi invece vorrebbe rispettare la sovranità del Papa sul territorio romano. Sono diversi anni che viene portata avanti la "Questione Romana" e cio ha scatenato nel resto del paese diatribe a non finire fra clericali ed anticlericali. Poi finalmente il 20 Settembre 1870 presentandosi condizioni politiche internazionali favorevoli, fu decisa la presa di Roma. Tutti conoscono quegli eventi con la breccia di Porta Pia, immortalata da innumerevoli pittori e descritta in vario modo da vari scrittori. II risultato fu, che il Papa Pio IX fu costretto ad abbandonare il Palazzo del Quirinale, allora sede Pontificia e rifugiarsi in Vaticano, dove, del resto, non fu minimamente molestato. II Re, Vittorio Emanuele II, trasferì la capitale da Firenze, allora sede provvisorio, nella sede definita di Roma. II Papa dal canto suo, e non poteva fare altro, conferì la scomunica al Re ed a tutti i componenti della Famiglia Reale. Grandi feste si celebrarono in tutta Italia, naturalmente organizzati dai circoli anticlericali e nello stesso tempo furono raccolti fondi a favore dei soldati feriti e delle famiglie dei caduti. Poggibonsi non fu da meno e raccolse la bella cifra di £ 110.50, il che non era poco nel 1870. La cifra fu versata al Ministero della Guerra, che fece pervenire al Sig. Mariano Consortini, un attestato di ringraziamento che vi mostriamo nella pagine seguente. C'e da notare che la lettera pervenne in data 9 Novembre 1870 da Firenze, in quanto il suddetto Ministero non si era ancora trasferito nella città eterna. II documento ci e stato fornito dalla Sig.ra Trazzini Licia che ringraziamo sentitamente.
Un suicidio nel 1889
In altro articolo e precisamente quello relativo al Circolo delle Stanze, si riporta una poesia che accenna alla costituzione del circolo stesso. Riportiamo un piccolo brano nel quale si parta di un "chiodista". Quel chiodista di Gastone, gingillando questo e quello, ha ripieno il suo budello, colle palle del Leone. Si riferisce a quanto avvenne nel settembre del 1889. Devo fare un preambolo per spiegare i fatti avvenuti. La situazione del paese era economicamente disastrosa. La disoccupazione dilagante creava sacche di miseria che spinsero anche i singoli comuni a creare punti di appoggio per aiutare i più bisognosi. Fu cosi costituita la Banca Mutua Popolare Cooperativa per aiutare con piccoli prestiti i più bisognosi. I fondi venivano costituiti con gettiti comunali e apertura di conti correnti dei cittadini più abbienti, naturalmente con interessi normali come le altre banche. Ad amministrare questa Banca fu nominate un impiegato comunale, essendo il Comune uno dei maggiori esponenti. Questo era il Ragioniere Gastone Peirani che svolgeva duplici funzioni. Non sappiamo per quali ragioni vi sia stato un ammanco, fatto sta che, una volta scoperto, non resistendo all'onta della gogna, si suicido. Ci riporta la notizia il giornale "La Martinella" del 1 ° settembre 1889. Lo riportiamo:
Il dramma di Poggibonsi
«Nella notte dal 23 al 24 corr. il paese di Poggibonsi veniva funestato da un dolorosissimo fatto. II Segretario Ragioniere della Banca Popolare suicidavasi in una casa di un contadino, posta in fortezza, con un colpo di revolver all'orecchio. II colpo non produsse la morte istantanea; la quale pero avvenne nelle ore antimeridiane del sabato 24. II suicida e un reduce, Gastone Peirani che godendo la fiducia illimitata degli Amministratori della Banca, si era permesso di commettere falsificazioni e sottrazioni per la somma approssimativa di 100.000 lire. Anche molti privati che si servivano dell'opera sua, sono stati danneggiati. Col suicidio egli si e fatto giustizia, destano pero compassione i suoi numerosi figlie e la vedova, piombati in una situazione cosi drammatica. L'Istituto e restato scosso ed alcuni Amministratori hanno dovuto pagar cara la loro insipienza, pero il danno e gia stato circoscritto e la banca, merce il valido aiuto dei numerosi capitalisti del paese, riprenderà il suo regolare andamento». Certo la Banca se non crollo, ebbe uno scossone non indifferente. La somma di 100.000 lire oggi, fa sorridere, ma rapportata all'epoca si puo paragonare a 100 milioni di oggi, e per una Banca Popolare locale non era cosa da poco. Lo dimostrano le varie riunioni che successivamente si susseguirono per poter rimediare al mal fatto. Ce ne parla sempre "La Martinella" del 29 settembre 1889 che parla dell'Adunanza straordinaria degli azionisti per rimediare ad un sistema di amministrazione che fino all'ora era definito per unaBanca Modello. Si e parlato di dimissioni di alcuni dirigenti. Successivamente altri articoli de "La Martinella" parlano di una relazione del Consigliere Dott. Pietro Casini, in cui si accenna che le condizioni economiche della Banca nulla offrano di allarmante e pertanto non esiste il caso di liquidazione della Società. Viene nominata una commissione di tre azionisti perché riferisca sul vero stato attivo e passivo e proponga i mezzi per sostituire le perdite se ve ne fossero. La Commissione risulto composta dal Sig. Sebastiano Delle Case, Iciolo Fiorelli e Vittorio Vanni. Come abbiamo detto il terremoto e'era stato. Fu rimediato con sacrifici enormi, specialmente per gli azionisti principali fortunatamente più facoltosi.